SABBIONETA: STORIA, PERSONAGGI E MONUMENTI

Sabbioneta è uno dei massimi esempi dello stile architettonico rinascimentale lombardo. Città di fondazione, voluta e costruita da un solo uomo, è chiusa dalla possente cortina muraria difensiva e contiene eccellenti esempi di architettura. Si trova in una posizione geografica molto felice al centro della pianura padana e baricentrica rispetto a Parma, Mantova, Cremona, Reggio Emilia, il lago di Garda. Immersa nel verde può essere la base per escursioni naturalistiche; diversi parchi regionali e fluviali si trovano a poca distanza. Di notevole interesse turistico sono gli argini circondariali percorribili in bicicletta.
Definita, nel corso dei secoli, “Piccola Atene” e “Nuova Roma”, Sabbioneta è oggi inserita nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è Bandiera Arancione del Touring, è uno dei ”Borghi più belli d’Italia”.

LA STORIA
Numerosi ritrovamenti archeologici su tutto il territorio indicano la presenza di centri abitati sin dall’Età del Bronzo; si ha notizia di insediamenti anche in epoca etrusca e romana:  Sabbioneta si trovava allora sul tracciato della Via Vitelliana. Nel VI secolo d.C. fu soggetta alla dominazione longobarda, poi divenne un borgo fortificato di giurisdizione bizantina e nell’829 è un borgo cinto da mura soggetto all’abbazia benedettina di Leno. Nel corso del X secolo, costituisce una curtis, dipendente dal vescovo di Parma. Dopo l’anno Mille fu contesa per tre secoli dalle famiglie cremonesi Persico e Dovara, iniziò a gravitare sotto la giurisdizione del vescovo di Cremona. Nel 1314 fu occupata con le armi dai Bonacolsi di Mantova passando poi sotto i Gonzaga fino al 1361, quando fu ceduta ai Visconti di Milano. Questi la restituirono nel 1371 alla famiglia cremonese Persico che la resse fino al 1426 quando fu riconquistata definitivamente dai Gonzaga. Nel 1478, con la morte del marchese Ludovico II, Sabbioneta e un insieme di territori posti tra la sponda sinistra del Po ed il basso corso dell’Oglio, furono assegnati al dominio dei figli Francesco e Gian Francesco. Quest’ultimo diventò l’unico signore di quei luoghi nel 1483 con la facoltà di trasmetterli ai suoi eredi. Il primogenito Ludovico resse Sabbioneta fino al 1540, anno della morte, e la lasciò al nipote Vespasiano che la trasformò completamente creando la città fortificata rimasta praticamente intatta fino ai nostri giorni. Scomparso Vespasiano, nel 1591, l’imperatore concesse l’investitura del ducato alla figlia Isabella e al marito Luigi Carafa che, alla loro morte, lasciarono la fortezza di Sabbioneta alla nipote Anna Carafa che a sua volta la lasciò in eredità al figlio Nicola de Guzmán, ultimo discendente di Vespasiano Gonzaga, il quale la resse fino al 1684. Subentrò nel dominio il governatorato spagnolo di Milano, nel 1693 fu venduta al genovese Francesco Maria Spinola e nel 1703 rientrò nei domini del Ducato di Mantova. Quando nel 1708 Ferdinando Carlo, l’ultimo duca di Mantova fu privato dei suoi territori; Sabbioneta fu ceduta ai Gonzaga di Guastalla che la tennero fino al 1746, anno della loro estinzione. Tra il 1746 e il 1796 Sabbioneta passò alle dipendenze degli Asburgo d’Austria e, con l’occupazione napoleonica, fece parte della Repubblica Cisalpina per un triennio. Ritornata nel 1799 sotto il dominio asburgico, tra il 1800 e il 1814 entrò nel Regno d’Italia e seguì le sorti dell’impero napoleonico. Con la Restaurazione fu inglobata nel Regno Lombardo Veneto e dopo la seconda guerra d’indipendenza (1859) fu incorporata nello Stato Italiano.

I PERSONAGGI
Gherardo da Sabbioneta

Vissuto nel XIII secolo fu importante traduttore di trattati medici e astronomici. Uno di questi, il canone della medicina di Avicenna avrebbe potuto rivoluzionare le pratiche mediche europee se fosse stato letto in modo più approfondito. Fu consigliere dell’imperatore Federico II che, prima di iniziare avventure militari, chiedeva la situazione degli astri a Gherardo. Alcune sue teorie sono ancora oggi utilizzate per le previsioni astrologiche.

Vespasiano Gonzaga
(Fondi 1531 / Sabbioneta 1591).
Figlio di Luigi e di Isabella Colonna, venne inviato a quattordici anni alla corte dell’Imperatore Carlo V come paggio d’onore dell’infante di Spagna Filippo. Da qui iniziò la sua folgorante carriera che lo portò a rivestire le cariche di “grande del regno”, di generale della fanteria italiana, di Vicerè di Navarra e di Valencia, di ambasciatore segreto nelle più intricate vicende europee. Governò solo territori minuscoli, ma fu sempre a un passo dal cuore del potere assoluto anche se la fortuna non lo guardò sempre con occhi benigni. Visse tormentato da problemi di salute e famigliari. Al termine della sua vita, comprese che senza figli maschi la gloria della sua famiglia si sarebbe rapidamente estinta: solo la Città sarebbe rimasta.

Giuseppe Ottolenghi
(Sabbioneta 1838 / Torino 1904).
Generale, senatore, ministro, è stata una figura di primissimo piano nella storia italiana ed europea dell’800. Primo militare italiano di religione ebraica a entrare nel corpo di Stato Maggiore, primo ad essere nominato generale e primo ad essere chiamato al ruolo di Ministro della Guerra (la designazione fece scalpore anche all’estero), fu simbolo di compiuta emancipazione religiosa. Fu autore di pubblicazioni, libri, articoli a carattere storico-militare e inviato in missioni estere di notevole importanza diplomatica.

Achille de Giovanni
(Sabbioneta 1838 / Padova 1916).
Medico e scienziato di fama europea fu il caposcuola del neocostituzionalismo, dottrina che introduceva l’ereditarietà quale elemento diagnostico. Si occupò di svariati argomenti di patologia e clinica (tubercolosi, nevrastenia, diabete, malattie cardiovascolari, polmoniti, patologia del simpatico, ecc.). Divenne professore di patologia generale nell'Università di Pavia, fu poi chiamato alla direzione della cattedra di clinica medica dell'Università di Padova dove divenne preside della facoltà di medicina e Magnifico Rettore dell'Università.

I MONUMENTI
Cinta muraria e porte

La cinta muraria, a forma di esagono irregolare, venne eretta in più fasi, i primi lavori risalgono al 1554. Porta Vittoria, la più antica, fu costruita intorno al 1565. Sulla facciata in mattoni a vista una lapide ricorda che “Vespasiano Marchese di Sabbioneta e suo fondatore volle chiamarla Porta Vittoria in segno di buon augurio”. Porta Imperiale edificata nel 1579, venne modificata nella prima metà del XIX secolo, con la costruzione dell’attuale timpano superiore che sostituì l’originaria loggia su pilastri, del tutto simile a quella di Porta Vittoria.

Palazzo Giardino
E’ una villa suburbana inserita all’interno del circuito murario e fa parte della zona della città riservata esclusivamente al principe: luogo di delizie in cui il duca si ritirava per leggere, studiare e trovare sollievo dagli impegni di governo. Nonostante il sobrio involucro, all’interno si scopre uno straordinario itinerario decorativo basato sulla vasta cultura umanistica di Vespasiano. Di particolare pregio il “Camerino delle Grazie”, un piccolo ambiente con le pareti interamente decorate a grottesche che svolgeva forse la funzione di spogliatoio riservato alle dame.

Galleria degli Antichi
Il “Corridor grande” fu edificato nel 1586 per essere il contenitore delle collezioni del duca. La decorazione ad affresco delle pareti fu realizzata nel 1587 da Giovanni e Alessandro Alberti, aretini, i quali dipinsero le prospettive dei lati corti e le figure allegoriche. Le panoplie, i festoni, i vasi e gli stemmi sono da riferire invece a loro collaboratori. Il soffitto ligneo, un tempo dipinto d’azzurro, presenta nei cassettoni piccole rosette dorate. Il pavimento era in origine lastricato con mattonelle quadrate in cotto.

Colonna di Pallade Atena
Fu eretta, per volontà del duca Vespasiano Gonzaga, nel 1584 all’estremità settentrionale della Piazza d’Armi, quale centro ideale della città. Vuole la tradizione che la colonna e la statua di Atena facessero parte del bottino razziato dal padre di Vespasiano, Rodomonte, durante il Sacco di Roma del 1527. Il capitello e la base sono fusioni in bronzo, opera del viadanese Andrea Cavalli (1583).

Teatro all’Antica
Terminato nel 1590 su progetto dello Scamozzi è l’edificio più importante della città; riveste un ruolo di primaria importanza nell’ambito degli edifici teatrali: costituisce infatti il primo esempio di teatro stabile, costruito dal nulla, non vincolato da strutture preesistenti. L’elegante esterno è a due ordini; la fascia marcapiano reca l’iscrizione: “ROMA QVANTA FVIT IPSA RVINA DOCET” (Le rovine stesse insegnano quanto grande fu Roma). Sul palco sopraelevato vi è una scena fissa: l’originale fu distrutta nel Settecento, l’attuale è una ricostruzione realizzata alla fine del Novecento.

Palazzo Ducale
Fu la dimora ufficiale del duca, composto di due piani con porticato rialzato e altana a torretta centrale, finestre con cornice marmoree e mensoloni che segnano la facciata. L’interno è costituito da una serie di sale e di ambienti affrescati e decorati da diversi artisti. Splendidi i soffitti di legni preziosi; spiccano i ventuno ritratti gonzagheschi in stucco e le quattro statue equestri rappresentanti Vespasiano Gonzaga e tre suoi ascendenti.

Chiesa dell’Incoronata
Edificata nel 1588 a pianta ottagonale è sovrastata da una cupola composta da otto grandi spicchi. L’effetto di innalzamento prospettico creato dalla quadratura settecentesca spinge lo sguardo del fedele verso l’alto creando l’illusione che l’edificio sia più alto. All’interno è custodito il monumento funebre di Vespasiano Gonzaga realizzato con rarissimi marmi policromi, al centro del quale fu collocata la statua bronzea opera dello scultore Leone Leoni. Nel 1988 durante i lavori di risanamento della pavimentazione fu ritrovata la tomba del duca e il “Toson d’Oro”.

Chiesa dell’Assunta
E’ notevole per alcuni dipinti di buona fattura e per la volta traforata della cappella del Santissimo Sacramento, progettata da Antonio Galli Bibiena; altri affreschi risalgono al diciottesimo secolo.

Museo di Arte sacra e del Tesoro Gonzaghesco.
Vi sono conservati quadri di pittori della zona, alcuni risalenti al Cinquecento, paramenti sacri molto antichi e si possono ammirare alcuni reperti archeologici ed altri oggetti legati alla storia di Sabbioneta. Tra questi ultimi è particolarmente importante, dal punto di vista storico, l’insegna cavalleresca del Toson d’Oro che Filippo II di Spagna nel 1585 assegnò a Vespasiano Gonzaga.

Sinagoga
La Sinagoga di Sabbioneta, luogo di culto e di riunione della comunità ebraica della città, fu costruita nel 1824 su progetto dell’architetto locale Carlo Visioli nello stesso edificio dove si trovava la precedente, più piccola, sala di preghiera. Localizzata in quello che fu per secoli il quartiere ebraico (a Sabbioneta non fu mai istituito un vero e proprio ghetto) ad essa si accede da uno scalone in pietra di Verona che, con quattro rampe, porta alla sala di preghiera; ulteriori due rampe conducono al matroneo. Di proprietà della Comunità Ebraica di Mantova, venne riaperta al pubblico nel 1994 dopo decenni di abbandono seguiti allo scioglimento della locale Comunità avvenuto nei primi decenni del XX secolo. Il Tempio venne realizzato nella parte superiore dello stabile per rispettare il precetto secondo il quale tutte le sinagoghe non devono avere nulla al di sopra se non il cielo. L’interno, di pianta rettangolare, conserva gli arredi originali ottocenteschi costituiti dagli antichi banchi di legno, da un candelabro di Hannukkah e da un artistico cancelletto di ferro battuto che limita la zona più sacra nella quale si trova l'Aron, ai lati del quale pendono due lampade. L'Armadio Sacro, deputato a contenere i rotoli della legge, di fronte al quale è collocata la Bimàh (leggio in legno), è posto tra due colonne ed è sormontato da un timpano con una scritta dorata in caratteri ebraici. Sul lato opposto altre due colonne sostengono il sovrastante matroneo, spazio di preghiera riservato alle donne, posto al piano superiore sopra l’ingresso della sala di preghiera dalla quale è schermato da una grata di legno. Il soffitto a volta dà l’impressione di un telo gonfiato dal vento, impreziosito dagli stucchi eseguiti nel 1840 dall’artista svizzero Pietro Bolla ed è sostenuto da una serie di lesene alle pareti e da quattro colonne di ordine corinzio che alludono al tempio di Salomone.

Villa Pasquali: Chiesa Parrocchiale
E’ un autentico gioiello di architettura ed arte barocca terminata nel 1785 su progetto di Antonio Bibiena. Particolari sono le cupole che si presentano a doppia calotta di cui l’inferiore è traforata come un pizzo: le loro aperture permettono la visione della calotta superiore; il contrasto ha per risultato la sensazione di essere immersi nel cielo.

Vigoreto: Santuario della Beata Vergine delle Grazie
Piccola chiesa francescana costruita nel 1554 sul luogo dove secondo la tradizione popolare sarebbero avvenuti fatti miracolosi ad opera di un’immagine mariana. Fu luogo di preghiera e di meditazione per San Carlo Borromeo, allora cardinale, che qui sostò tre volte.