9 luglio 2025

L’Aron ritrovato

L’attuale Sinagoga di Sabbioneta fu edificata nel 1824 ristrutturando un ampio edificio all’interno del quale, già dal XVI secolo, esisteva una sala destinata alla preghiera della comunità ebraica locale. L’Aron cinquecentesco della precedente Sinagoga era un armadio piuttosto semplice, sul cui frontale compariva la scritta: "Mah nora ha-maqom ha-zeh" – "Quanto è tremendo questo luogo!", una citazione tratta dal libro della Genesi. Davanti a quell’Aron hanno pregato figure di spicco a livello europeo, come il dott. Pio Foà e il generale Giuseppe Ottolenghi. Fu custodito a Sabbioneta fino all’inizio degli anni Settanta del Novecento, quando lo studioso Umberto Nahon decise di trasferirlo in Israele. Un’operazione che oggi solleverebbe comprensibili obiezioni, ma che all’epoca avvenne senza contestazioni, in un ambito culturale meno sensibile alla tutela del patrimonio storico. L’Aron venne portato a Gerusalemme e collocato in un’istituzione religiosa di ebrei ortodossi nei pressi del Muro del Pianto, dove rimase per decenni. Da alcuni anni però se ne erano perse le tracce. Oggi, grazie a lunghe ricerche da me avviate e portate a termine con l’impegno fondamentale di Giuseppe Minera, l’Aron è stato finalmente ritrovato. È stato infatti Uri Chameides, direttore d’orchestra italo-israeliano e amico di Minera, a individuare la sua attuale collocazione: una scuola di religiosi tradizionalisti nei pressi della Stazione Centrale di Gerusalemme. L’Aron è sostanzialmente in buone condizioni, sebbene presenti alcune parti mancanti e necessiti di un restauro. Il vero problema, però, è che si trova in stato di abbandono: non viene utilizzato e il rabbinato di Gerusalemme, che ne detiene la proprietà, non sembra avere consapevolezza del suo valore storico e culturale. Lancio una provocazione: e se, attraverso i canali istituzionali e diplomatici, ne chiedessimo la restituzione?

2 giugno 2025

Un vescovo da Ponteterra

Anselmo Rizzi era un ragazzino con la vocazione religiosa, decise quindi di intraprendere gli studi teologici nel seminario di Mantova; lì ebbe modo di conoscere Giuseppe Sarto, vescovo della città gonzaghesca e futuro papa Pio X. Anselmo venne ordinato sacerdote il 17 aprile del 1897, all’età di 22 anni. Tra i suoi primi incarichi ci fu l’investitura ad arciprete e vicario foraneo presso la parrocchia di Ostiglia. In seguito, gli venne conferito l’incarico di segretario del comitato diocesano di Mantova. Non ancora trentanovenne, il 4 giugno 1913, fu eletto vescovo di Adria (Rovigo) e si insediò il 15 dicembre di quell’anno, tenendo il giorno seguente il primo pontificale con l’omelia nella locale cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Nel periodo della sua reggenza episcopale appoggiò la rinascita del movimento giovanile cattolico, stimolando inoltre la fondazione di scuole di religione in ogni parrocchia diocesana al fine di distogliere i giovani dall’indottrinamento esercitato nel territorio dal regime fascista. Mons. Anselmo Rizzi era una figura energica che, da vescovo di Adria, si prodigò per assicurare la stabilità delle rendite della chiesa locale, per il loro utilizzo a sostegno del clero e delle attività delle comunità parrocchiali. Morì il 19 ottobre 1934. La peculiarità di questo alto prelato è che è nato il 20 ottobre 1874 a Ponteterra. Dovrebbe essere l’unico vescovo originario del nostro comune e, come tale, personalità da ricordare e celebrare. Osservo che a Ponteterra la maggior parte delle vie e delle strade sono dedicate a personaggi che nulla hanno a che vedere con la frazione di Sabbioneta.

5 maggio 2025

I Biulc sono tornati

Un pubblico numeroso ed entusiasta ha assistito alla serata “Il ritorno dei Biulc” che ho organizzato congiuntamente all’Associazione Amici del Teatro all’Antica di Sabbioneta per rivivere gli anni ’70 e ’80 con il gruppo musicale dialettale "I Biulc", una delle creazioni della multiforme personalità di Tarcisio Tizzi, che ne fu il fondatore e l’autore delle canzoni. Il gruppo, appositamente ricostituito per l’occasione con gli stessi membri di allora, ha riproposto dal vivo le canzoni del tempo. Sono state lette poesie dialettali, aneddoti, filastrocche, e sono stati proiettati video e foto in omaggio e ricordo di Tarcisio Tizzi, di cui la figlia Raffaella ha ricordato la figura poliedrica e la straordinaria varietà di interessi che hanno caratterizzato le sue attività in ogni campo. Il pubblico che ha gremito il Teatro ha assistito a un tuffo nel passato della seconda metà del Novecento, caratterizzato da canzoni e poesie in dialetto. Ringrazio Ernesto Flisi, che fu a lungo collaboratore di Tarcisio nelle trasmissioni di radio RC29, che ha accettato il ruolo di presentatore. Ringrazio inoltre gli sponsor e i patrocinatori: il Comune di Sabbioneta, la Fondazione Sabbioneta Heritage, l’Associazione Pro Loco, la Panguaneta, e l’Ortofrutticola Genovesi e Anversa. L’anno prossimo, in occasione dei trent’anni dalla scomparsa prematura di Tarcisio, sarà fondamentale creare occasioni per riscoprire il pensiero di un uomo straordinario che sapeva magistralmente descrivere la civiltà in cui viveva. Siamo già al lavoro…

15 aprile 2025

Eleonora di Sabbioneta

 A Brescia, nel Centro Culturale MITA, è in corso in questi mesi la mostra "Il matrimonio del secolo" che si propone di rievocare l'importanza storica, culturale e artistica delle nozze tra Girolamo Martinengo di Padernello ed Eleonora Gonzaga di Sabbioneta. Nel 1543 l’evento vide la città di Brescia al centro di un raffinato intreccio di arte e mecenatismo ben rappresentato dalle opere esposte che comprendono dipinti, tappeti e arazzi che costituivano parte del corredo nuziale dell'epoca. Elementi che testimoniavano il prestigio delle due famiglie e il fasto delle celebrazioni. Narrano le cronache cha la sposa arrivò a Brescia scortata da cento cavalieri ma purtroppo il matrimonio fu infelice perché Eleonora morì di parto dopo solo due anni, nel 1545. Presso la National Gallery of Arts di Washington è conservato un ritratto, dipinto da Alessandro Bonvicino detto Moretto, che si ritiene effigiare appunto Eleonora Gonzaga, figlia di Lodovico e Francesca Fieschi. Era quindi la sorella minore della ben più famosa Giulia a cui, stando al ritratto, assomigliava in bellezza ed eleganza. La mostra, che è un’occasione per conoscere un personaggio sabbionetano ignoto ai più, chiuderà il prossimo 4 maggio.

12 marzo 2025

Presentata Vitelliana a Sabbioneta

Presso la Sala della Musica del Museo del Ducato di Sabbioneta è stato presentato il bollettino della Società Storica Viadanese, "Vitelliana, Viadana e il territorio mantovano fra Oglio e Po". Giovanni Sartori e Giorgio Milanesi, rispettivamente presidente della Società Storica e direttore di Vitelliana, hanno presentato la corposa edizione 2024, la XIX, costituita da quasi 300 pagine. Una pubblicazione nella quale autorevoli studiosi e ricercatori hanno elaborato saggi di carattere storico, artistico e culturale relativi al nostro territorio. Il volume raccoglie anche recensioni e segnalazioni di libri, pubblicazioni e tesi di laurea che dimostrano la grande vivacità e il dinamismo culturale del territorio Oglio Po. Giuseppina Bacchi ha presentato il suo saggio che indaga le origini moderne e la diffusione, tra fine Ottocento e inizio Novecento, del mito di Sabbioneta “Piccola Atene” a partire dalla pubblicazione della prima guida turistica della città gonzaghesca nel 1914. La Bacchi ha analizzato la figura di Gian Francesco Marini, docente, giornalista, grande divulgatore, romanziere e autore appunto del volume “Sabbioneta, piccola Atene”, ricostruendone la biografia, in particolare gli anni vissuti tra Casalmaggiore, Sabbioneta e Gazzuolo, e i contatti con l'ambiente culturale e politico mantovano. La presentazione è stata l’occasione per gli intervenuti di visitare il Museo del Ducato che, come ha sottolineato il direttore don Samuele Riva, viene continuamente ampliato con nuove acquisizioni e ora è talmente ricco da avere raggiunto la saturazione degli spazi espositivi.

9 febbraio 2025

Salviamo l'archivio Anghinelli

Si è tenuta, nel Teatro all’Antica di Sabbioneta alla presenza di un folto pubblico, la presentazione dei volumi “Cercatori di origini”, cinquant’anni di ricerche archeologiche dei fratelli Antonio e Sergio Anghinelli tra Oglio e Po (1965 – 2015). Si tratta di una poderosa pubblicazione in due tomi che raccoglie i saggi, le catalogazioni e i disegni frutto delle campagne di scavo effettuate dai due archeologi nella loro lunghissima carriera. Amici e collaboratori vicini ai due fratelli hanno esaminato questi documenti, digitalizzati e, grazie alla Associazione Inventio di Casalmaggiore e ad un gruppo di sponsor, trasformarti in una prestigiosa opera libraria. Nel suo saluto la dott.ssa Chiara Marastoni, funzionaria archeologa della Soprintendenza, ha sottolineato come i fratelli Anghinelli avessero la straordinaria abilità di curare i rapporti con il territorio e di tutelare i reperti che sono un patrimonio di tutti. Angelo Ghiretti archeologo, curatore dei volumi, ha raccontato di come due fratelli con la licenza di quinta elementare, ma con grandi doti, siano stati i primi a trovare siti archeologici sconosciuti. Due personalità con la caratteristica di praticare un’archeologia moderna, in grado di essere capillare e globale sul territorio. Sono seguite le testimonianze di James Tirabassi, Laura Campanini e Giuseppina Bacchi, che hanno raccontato episodi e aneddoti, anche curiosi, in qualità di amici e collaboratori dei due fratelli di Casaletto. La presentazione è terminata con la proiezione di un documentario preparato dal videomaker Pierluigi Bonfatti Sabbioni. Nei miei interventi ho evidenziato il forte legame di Sergio e Antonio con Sabbioneta: la frequentavano e amavano a tal punto da avere più volte espresso il desiderio di fare un lascito a favore della città gonzaghesca. Inoltre ho sollecitato il superamento dei vincoli burocratici che al momento impediscono di dare degna sistemazione all’enorme mole di materiale e documentazione scientifica raccolto negli anni dai fratelli Anghinelli in modo da renderla disponibile per gli studiosi.

30 gennaio 2025

Le Pro Loco dell'Oglio Po

Nei giorni scorsi, presso la sede della Pro Loco di Rivarolo Mantovano, si è tenuta una riunione delle Pro Loco dell’area Oglio Po. Hanno partecipato Alberto Sarzi Madidini, coordinatore della zona territoriale, Ermes Codognato, referente UNPLI per la provincia di Mantova, e Cesare Pedrotti, esponente del comitato dei probiviri di UNPLI Lombardia. All’incontro erano presenti i presidenti e i dirigenti delle Pro Loco di Bozzolo, Commessaggio, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall’Argine e Viadana, con l’obiettivo di discutere opportunità e problematiche relative alla gestione dei sodalizi. Durante la riunione si è parlato, tra l’altro, dei rapporti con UNPLI regionale e della gestione delle elezioni degli organi interni attraverso linee guida condivise. In primo piano sono stati messi gli eventi in programma per il 2025, tra cui la tradizionale “Fiera del Libro” che si terrà a Bozzolo in autunno. È emersa la necessità condivisa di fare rete, anche con altri enti e associazioni, per ridurre i costi elevati legati all’organizzazione di eventi, in particolare quelli derivanti dall’applicazione delle normative sulla sicurezza. Pur riconoscendo l’importanza di tali direttive, è evidente che sono un onere economico non di poco conto per le piccole associazioni. Per questo motivo si sollecita l’UNPLI a creare strutture in grado di supportare il volontariato. La situazione delle Pro Loco nell’area Oglio Po è molto eterogenea, influenzata dalla storia dei singoli paesi, dal numero di abitanti dei comuni rappresentati e dalle diverse esperienze. Tuttavia, tutte sono accomunate dal forte spirito di volontariato che consente, superando le inevitabili difficoltà, di continuare a programmare eventi di qualità. Alcune Pro Loco sono guidate da dirigenti in attività da molti anni, mentre altre, come Viadana e Bozzolo, hanno recentemente visto un ricambio generazionale con l’ingresso di giovani. Un mix, tra nuove leve e continuità con il passato, che garantisce dinamicità alle Pro Loco dell’Oglio Po, che, nei rispettivi ambiti e con le loro competenze, si confermano realtà imprescindibili per lo sviluppo del territorio e dei supporti affidabili per le rispettive istituzioni di riferimento.

22 gennaio 2025

Giornata della memoria

Recentemente Sabbioneta ha celebrato i duecento anni dalla costruzione della sinagoga che, insieme al cimitero di Borgofreddo, testimonia della secolare presenza di una comunità ebraica. La stamperia cinquecentesca, il ruolo economico delle famiglie ebraiche nell'800, la donazione della chiesa dell'Incoronata alla parrocchia, le grandi personalità, attestano di una presenza attiva e dinamica che ha avuto una straordinaria importanza per Sabbioneta e il suo territorio. Tra pochi giorni, come ogni anno il 27 di gennaio, si celebra la "Giornata della Memoria", che consente di ricordare anche quei provvedimenti che segnarono l'inizio delle persecuzioni: le folli leggi razziali vennero avvallate nel 1938 dal re Vittorio Emanuele III che ad inizio secolo aveva invece ratificato la nomina dell’ebreo sabbionetano Giuseppe Ottolenghi alla carica di ministro della guerra. Vittime delle leggi razziali furono i discendenti delle famiglie ebraiche sabbionetane che, come Carlo Foà, figlio di Pio, furono esautorati dai loro ruoli e costretti ad emigrare all'estero. Anche le successive deportazioni nei campi di concentramento nella Germania nazista fecero vittime: negli elenchi degli ebrei deportati compaiono i nomi di decine di esponenti delle famiglie Foà e Forti. A Parma ci sono due pietre di inciampo che ricordano Giorgio Nullo Foà e sua madre Doralice Muggia che non fecero più ritorno alle loro case. La Giornata della Memoria può essere un’occasione per sabbionetani e turisti per visitare la Sinagoga e la mostra “I Gonzaga e gli ebrei” in corso nella sala della Gran Guardia di Palazzo Ducale.

2 gennaio 2025

La Sabbioneta di Neroni

Matteo Neroni era un cosmografo pisano che, alla corte dei Medici, realizzò un gran numero di carte geografiche dipinte e lumeggiate in oro, tutte purtroppo perdute. Del Neroni rimane però un prezioso album manoscritto contenente le piante di 175 città e fortezze italiane, europee e del bacino del mediterraneo. Un atlante militare che è stato riprodotto, a cura di Daniela Lamberini, nel volume “Il mondo di Matteo Neroni, cosmografo mediceo”. All’inizio del XVII secolo i mezzi di trasporto disponibili non avrebbero certamente permesso al Neroni di visitare personalmente tutte le città e i luoghi che ha illustrato nel suo atlante per cui ci sono piante che rispecchiano la realtà, altre meno. Tra le mappe bizzarre anche quella di Sabbioneta: la città murata viene disegnata in modo approssimativo, con soli cinque lati (nel 1602 era stata completata da tempo per cui aveva già sei bastioni) e collocata geograficamente nella “Marcha trevisana”. Pochi dubbi, comunque, che il disegno rappresenti la città gonzaghesca: è infatti identificata come “Sabioneta”, è murata, circondata da un fossato e dotata di un castello inglobato all’interno del perimetro delle mura. Evidentemente Neroni aveva dei suggeritori poco affidabili oppure lavorava di fantasia quando le informazioni erano carenti. Pianta forse di poco valore dal punto di vista strettamente storico ma certamente interessante come curiosità e indicativa di un’epoca in cui il rigore scientifico non era certo diffuso. 

25 dicembre 2024

La prima moneta

La Casa d’aste Nomisma di Verona ha recentemente posto in vendita una moneta coniata dalla zecca durante il periodo di Vespasiano Gonzaga. Si tratta di un piccolo sesino in lega, dal peso di circa un grammo, che presenta una particolarità rispetto agli esemplari noti: riproduce il volto giovane del signore di Sabbioneta. È stata classificata con un grado di rarità RRRR, una qualità BB, e sul retro raffigura San Nicola, scelto da Vespasiano perché il 6 dicembre, giorno della sua nascita, è dedicato proprio a questo santo. Venduta per 340,00 €, una cifra ragionevole, questa moneta rappresenta il primo esemplare conosciuto, in ordine cronologico, emesso dalla zecca. Le prime notizie relative a questo sesino risalgono al settembre 2022, quando la rivista Panorama Numismatico pubblicò un saggio di Lorenzo Bellesia, uno dei maggiori esperti delle piccole zecche gonzaghesche. La comparsa sul mercato di questo pezzo unico ripropone la necessità di riportare a Sabbioneta reperti, materiali storici e testimonianze dell'antica gloria del Ducato, per esporli stabilmente in una sede museale accessibile ai visitatori e agli studiosi. Purtroppo, molti oggetti significativi restano lontani dal loro luogo d'origine: dipinti e stampe sono sparsi in diversi musei o presso collezionisti privati in tutta Europa; l’armatura di Vespasiano si trova a Vienna; i libri della sua biblioteca, custoditi tra Casalmaggiore (dove sono stati rubati) e Napoli; il suo astrolabio è a Monaco di Baviera; mentre i libri della stamperia ebraica sono presso antiquari a Gerusalemme e New York, e così via. Ciò che oggi è stato riportato a Sabbioneta è merito quasi esclusivamente delle encomiabili iniziative promosse nel corso degli anni da privati, appassionati, associazione Pro Loco e parrocchia.

24 novembre 2024

Titoli da scoop

Il quotidiano “La Voce di Mantova” di oggi, per segnalare un servizio nelle pagine interne basato su quanto ho scritto alcuni giorni fa a proposito del volontariato locale, riporta in prima pagina un titolo secondo il quale io “punto il dito sul Comune”. Con mio grande stupore il titolo dell’articolo addirittura dice che io cercherei dei colpevoli (!?) e che la causa delle difficoltà in cui versano le associazioni di volontariato è la professionalizzazione della gestione del turismo evidenziando le parole “crisi”, “polemica” e “fondi alla Fondazione” che io non ho usato nel mio post (vedi qui). Titoli che, oltre a falsificare quanto ho scritto, contraddicono quanto è affermato nel corpo del pezzo redatto dal corrispondente locale che, tra l’altro, sottolinea come io sia un convinto sostenitore della Fondazione. Non mi è chiaro perché il giornale abbia voluto creare un caso con dei titoli che, sconfessando il suo stesso cronista, trasformano una analisi di cause e una serie di idee propositive in critiche e polemiche inventate nei confronti delle Istituzioni. Ringrazio l’estensore dell’articolo perché ha diffuso le mie proposte a favore del volontariato. Non chiedo che venga pubblicata una rettifica da parte del giornale perché, con tutta probabilità, lo farebbe per mezzo di un altro titolo insensato e sensazionalistico al solo scopo di montare polemiche con il fine di vendere qualche copia in più a chi si limita a leggere i titoli e non il contenuto degli articoli.

22 novembre 2024

Salviamo il volontariato

Nella primavera del 2010 ho ideato e organizzato la Festa del Volontariato. Per un’intera giornata, ben 16 associazioni del territorio comunale hanno allestito stand per promuovere le proprie attività e organizzato spettacoli. A distanza di soli 14 anni la situazione è drasticamente cambiata: oggi le associazioni di volontariato attive con continuità si contano sulle dita di una mano. Si tratta di una regressione preoccupante, determinata da diversi fattori concomitanti. Tra questi, spiccano nuove leggi e regolamenti che impongono obblighi burocratici difficilmente gestibili dalle piccole associazioni e l’invecchiamento della popolazione che ha comportato un mancato ricambio generazionale e una scarsa partecipazione dei giovani. Da non sottovalutare, inoltre, l’impossibilità per l’attuale Pro Loco di finanziare le piccole associazioni e i comitati delle frazioni, dopo anni in cui poteva deliberare l’erogazione di sostanziosi contributi grazie agli introiti del turismo. Il volontariato è essenziale per il funzionamento delle istituzioni. Cito tre esempi significativi: la gestione del turismo, ora completamente “professionalizzata”, comporta costi ingenti rispetto a quando era condotta dalla Pro Loco, il Gruppo Storico non è più in grado di animare gli eventi a Sabbioneta né di rappresentare la nostra città in altre località italiane come ha fatto per un quarto di secolo, il prezioso contributo alla conservazione e alla difesa del territorio da parte degli Amici dell’Ambiente non ha più la continuità e la forza del passato. Come possiamo salvare il volontariato? Ritengo che l’unica soluzione sia quella di unire le forze fondendo le associazioni che condividono finalità statutarie simili. Chi desidera mettere a disposizione della collettività gratuitamente il proprio tempo, la propria passione e le proprie competenze, potrà continuare a farlo in pochi sodalizi ma ben strutturati.