Recentemente Sabbioneta ha celebrato i duecento anni dalla costruzione della sinagoga che, insieme al cimitero di Borgofreddo, testimonia della secolare presenza di una comunità ebraica. La stamperia cinquecentesca, il ruolo economico delle famiglie ebraiche nell'800, la donazione della chiesa dell'Incoronata alla parrocchia, le grandi personalità, attestano di una presenza attiva e dinamica che ha avuto una straordinaria importanza per Sabbioneta e il suo territorio. Tra pochi giorni, come ogni anno il 27 di gennaio, si celebra la "Giornata della Memoria", che consente di ricordare anche quei provvedimenti che segnarono l'inizio delle persecuzioni: le folli leggi razziali vennero avvallate nel 1938 dal re Vittorio Emanuele III che ad inizio secolo aveva invece ratificato la nomina dell’ebreo sabbionetano Giuseppe Ottolenghi alla carica di ministro della guerra. Vittime delle leggi razziali furono i discendenti delle famiglie ebraiche sabbionetane che, come Carlo Foà, figlio di Pio, furono esautorati dai loro ruoli e costretti ad emigrare all'estero. Anche le successive deportazioni nei campi di concentramento nella Germania nazista fecero vittime: negli elenchi degli ebrei deportati compaiono i nomi di decine di esponenti delle famiglie Foà e Forti. A Parma ci sono due pietre di inciampo che ricordano Giorgio Nullo Foà e sua madre Doralice Muggia che non fecero più ritorno alle loro case. La Giornata della Memoria può essere un’occasione per sabbionetani e turisti per visitare la Sinagoga e la mostra “I Gonzaga e gli ebrei” in corso nella sala della Gran Guardia di Palazzo Ducale.
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