17 luglio 2023

Sant’Alberto da Gerusalemme

Dopo un lungo periodo di restauro è stata riaperta la Chiesa del Carmine chiusa dal 2012 per i gravi danni subiti dal terremoto. La prima edificazione del tempio risale a Vespasiano Gonzaga e con l’attiguo convento venne dedicata alla Beata Vergine del monte Carmelo. Divenne sede di una comunità di frati carmelitani, ordine nato in Galilea tra il 1206 e il 1214 quando i primi esponenti chiesero all’allora patriarca di Gerusalemme, Alberto, di scrivere una "norma di vita". Tale regola, poi approvata e confermata da diversi papi, diventò quella ufficiale dell’Ordine. Quello che è oggi conosciuto come Sant’Alberto da Gerusalemme era nato nel 1149, venne nominato vescovo di Bobbio, poi di Vercelli (dal 1185 al 1205, periodo nel quale fece da mediatore tra il papa e l’imperatore Federico Barbarossa) e infine Patriarca di Gerusalemme nel 1205 (ai tempi delle Crociate). Nel 1214 Alberto fu pugnalato a morte da un altro religioso durante una processione ad Acri (attuale Israele) e successivamente proclamato santo. Sant’Alberto, personalità di rilievo nella storia della Chiesa, era nato a “Castrum Gualterii” (attuale corte del Gualtirolo presso Campegine), e nei documenti antichi viene definito come “dei conti di Sabbioneta”. In effetti la corte al tempo era un luogo fortificato dalle mura di un castello con spalti, fosse e ponti levatoi, con annessa una chiesa dedicata a Santa Maria. Tutto di proprietà dei conti di Sabbioneta, primi signori della corte, che solo successivamente divenne possedimento dei monaci Benedettini del monastero di San Prospero di Reggio Emilia che la mantennero per oltre sei secoli, fino al 1782. Nonostante l’incertezza dovuta ai pochi documenti disponibili non è quindi da escludere che Sant’Alberto da Gerusalemme si possa considerare un santo sabbionetano.

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